Non sei capace


La sua presenza mi terrorizza... e non tanto per tutte le conseguenze che porta con se: il respiro che non riesce a materializzarsi, il petto che inizia a bruciare, la sensazione di non riuscire ad incamerare nemmeno un granello di ossigeno dall'aria che mi circonda, il formicolio che fa sussultare le gambe e le braccia, i pensieri che trasformano in un vortice senza fine ogni concetto in qualcosa di terribile...si certo, di queste sensazioni ne farei molto volentieri meno però, penso, che la cosa più terrorizzante nel vederLa li accanto a me è il non sapere perché ha scelto me e il senso di sconfitta nel non averLe impedito di entrare!
Mi sono sempre considerata una persona "forte","capace", una di quelle che, quando vogliono, sanno mettere soggezione negli altri. Ho sempre pensato di essere decisa, determinata e anche un pochino antipatica e supponente.
A dirla tutta mi sono sempre piaciuta un sacco!
Il mio lato debole è sempre stata la paura della Morte ma, naturalmente, era un aspetto di me che tenevo ben custodito e di cui, solo chi mi conosceva benissimo, era a conoscenza.
Lei è riuscita a frantumare lentamente tutto.
Si sedeva accanto a me, silenziosa mi osservava, sorrideva malignamente e sussurrando mi faceva notare quanto poco fossi adatta alla situazione. Ha iniziato col farmi notare, ogni volta, quanto mia madre fosse più brava di me nel gestire il bambino. Come lei riuscisse a interpretare alla perfezione ogni sfumatura di pianto mentre io, ogni volta, brancolavo nel buio tentando goffamente di indovinare ma senza minimamente conoscere la differenza tra un pianto da fame, da sonno, da mal di pancia o da capriccio.  Io non volevo mostrarmi debole e Le ripetevo che la bravura di mia mamma era dovuta all'esperienza (cosa che mi sembrava fin troppo logica) ma Lei iniziava a farmi domande del tipo "e secondo te tua madre alla tua età non ci sarebbe arrivata?" oppure, sempre sorridendo, mi faceva notare come anche io, dopo qualche anno dalla nascita del piccolo, avrei dovuto averla questa famosa "esperienza"! A quel punto, razionalizzando, non riuscivo davvero a darLe torto così, con quel suo modo pacato e quel suo fastidiosissimo sussurrare, ogni volta, aveva sempre l'ultima parola: riusciva sempre a zittirmi!
La sera, quando ero seduta da sola sul divano  riusciva sempre a farmi un resoconto dettagliato dei miei fallimenti e delle mie mancanze da mamma e, anche se fingevo di non sentirLa, quelle parole ogni volta mi ferivano.
Ovviamente Ansia col passare del tempo non si limitava a minare la mia autostima da neo mamma, voleva rendermi partecipe della Sua opinione anche riguardante altri argomenti della mia vita.
Per un bel po' la famiglia è stato decisamente il suo forte.
Quando mio marito non era a casa (cosa che succedeva e succede spesso a causa del suo lavoro) pensava bene di farmi notare come stessi buttando via la mia vita da quarantenne: sempre sola e con una relazione che, a detta Sua, si basava il più delle volte su frettolose telefonate di una manciata di secondi la sera. Per un sacco di sere ho provato a spiegarLe che la mia relazione era sempre stata complicata dal lavoro di mio marito e che, comunque, eravamo riusciti a superare mille divergenze con la sola voglia di stare insieme! Poco importava se quando era a casa un paio di giorni era troppo stanco per avere voglia di fare qualcosa o se non parlavamo un granché perché entrambi eravamo concentrati a riabituarci a stare insieme quel paio di giorni in un mese, in fondo se c'era l'Amore c'era tutto, o no?
Lei mi lasciava parlava e alla fine rideva..rideva forte, senza il minimo ritegno poi, senza aggiungere una parola, restava in attesa di una mia reazione. Di solito, a quel punto, arrivavano le lacrime, il senso di inadeguatezza, la paura di una catastrofe scelta a caso nella miriade di possibilità esistenti: tzunami, allagamenti, terremoti, incendi...insomma, da quel momento, partiva l'incubo!
Penso, col senno di poi, che quella fosse per Lei la massima soddisfazione.

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