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il Dolce di Pasta Sfoglia che ognuno ha nella testa

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Adesso l'ho capito: la consapevolezza che abbiamo di noi è come un Dolce di Pasta Sfoglia! Non so se questo paragone mi sembra così lampante solo perché ho deciso di mettermi a dieta ma, secondo me, un fondo di verità c'è! E' innegabile che ognuno di noi conosce se stesso: i propri pregi, i propri difetti e, ovviamente, i propri limiti ed è anche innegabile che l'Uomo ha un innato spirito di conservazione come qualunque altra Specie sulla Terra; questi due concetti, sommati, fanno si che la nostra psiche si comporti un po' come un Dolce di Pasta Sfoglia appunto! Noi, Pasticceri di noi stessi, decidiamo di farcire i diversi strati della nostra Coscienza con "qualcosa" e, normalmente, la farcitura che ci piace meno la mettiamo negli strati più profondi sperando che passi inosservata! Nei primi strati sottili mettiamo i lati di noi che ci piacciono di più poi, leggermente più sotto, di solito farciamo il nostro Dolce con i piccoli difetti: quelli che,

Il Dott. L

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Ho sempre guardato con una certa diffidenza la psicoterapia e, devo essere onesta, ho sempre considerato debole chi ne è ricorso. Mi sono sempre chiesta: “come fa un estraneo a conoscerti meglio di quanto tu possa conoscere te stesso? ” e , dato che la risposta che rimbombava nella testa era sempre “ non può! ”,  la considerazione successiva era: “ quindi, se non sa come sei fatta, come può aiutarti? ”. E’ esattamente con questi pensieri che continuavano a rincorrersi che ho suonato il citofono dello studio del Dott. L. un pomeriggio di molti mesi fa. Ricordo che, quel pomeriggio, davanti al portone, avevo la tachicardia. Stavo vivendo quell’appuntamento come una sconfitta. Mi vergognavo di dover ricorrere alla psicoterapia per affrontare la mia vita anche perché, allora, ero anche convinta di avere una vita, non dico perfetta, ma abbastanza decente da non dover giustificare nessun tipo di disagio nel doverla affrontare. Lo studio del Dott. L è in un vecchio palazzo con quelle scal

Psicoterapia

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Superfluo dire che il Vortice mi ha pian piano risucchiata. Una mattina di molti mesi fa al suono della sveglia, mi giro, guardo l'ora fluorescente che illumina il buio e, all'improvviso, penso "non ce la faccio". Le gambe sono pesanti, il cuore galoppa e la sola idea di alzarmi dal letto, vestirmi e salire in macchina per fare i 70 km che mi separano dall'ufficio mi toglie il respiro. La parte più razionale di me sa bene che non c'è nulla che giustifichi la mia assenza da lavoro: non ho la febbre, non ho mal di testa, non ho nulla: semplicemente l'idea di andare in ufficio mi fa morire-dentro! Sono stata minuti interminabili a lottare contro me stessa e solo quando sono riuscita a sedermi sul letto sono finalmente riuscita a vederLa.  Ansia è appoggiata al mobile, mi osserva con uno sguardo che è un perfetto mix di insofferenza (forse ci sto mettendo troppo a decidermi), fastidio (anche Lei mi considera inetta) e divertimento (penso si diverta molto

Nel Vortice

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Nell'immaginario collettivo per tutti ho un bel lavoro e lo è stato, a dire il vero! Un lavoro che molti definirebbero "prestigioso". Pensandoci me lo sono sudato: ho sacrificato i miei anni migliori a studiare e, anche se in realtà allora studiavo per diventare qualcos'altro, l'impegno è stato ricompensato con un posto di lavoro ambito e rispettoso...o, per essere sinceri, un posto che appare così a chi giudica da fuori. Il mio lavoro in realtà è noioso, ripetitivo e negli anni è diventato sempre meno intellettualmente stimolante. Gli unici lati positivi (ammetto non da poco) sono uno stipendio che arriva puntuale da sempre e di cui non posso lamentarmi e un ambiente per niente pressante in cui il "benessere"  fa da padrone. Questi, in verità, "erano" i lati positivi perché, purtroppo, negli ultimi anni, causa cambiamenti importanti al vertice, l'unico lato positivo rimasto è lo stipendio che (non vorrei urlarlo troppo) è ancora puntual

Non sei capace

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La sua presenza mi terrorizza... e non tanto per tutte le conseguenze che porta con se: il respiro che non riesce a materializzarsi, il petto che inizia a bruciare, la sensazione di non riuscire ad incamerare nemmeno un granello di ossigeno dall'aria che mi circonda, il formicolio che fa sussultare le gambe e le braccia, i pensieri che trasformano in un vortice senza fine ogni concetto in qualcosa di terribile...si certo, di queste sensazioni ne farei molto volentieri meno però, penso, che la cosa più terrorizzante nel vederLa li accanto a me è il non sapere perché ha scelto me e il senso di sconfitta nel non averLe impedito di entrare! Mi sono sempre considerata una persona "forte","capace", una di quelle che, quando vogliono, sanno mettere soggezione negli altri. Ho sempre pensato di essere decisa, determinata e anche un pochino antipatica e supponente. A dirla tutta mi sono sempre piaciuta un sacco! Il mio lato debole è sempre stata la paura della Morte

Piacere mi chiamo Ansia

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Il punto di svolta c'è stato una sera di circa cinque anni fa. Ero in macchina col mio primo bimbo che allora aveva tre anni. Stavamo tornando a casa da un pomeriggio trascorso ad una festina di compleanno,ero su una strada di campagna, circondata da campi. Radio accesa, io che chiacchiero con il piccolo, la fine di un tranquillo e divertente pomeriggio come un altro ma, all'improvviso Lei era li!!! Mi blocco, di colpo, e inizio a sudare. La stradina di fronte a me inizia a sembrare stretta, sempre più stretta...così stretta che inizio a dubitare di riuscire a tenere la macchina nella carreggiata. Poi la gola inizia a seccarsi, il battito sembra impazzito e la mia mente inizia a giocare: mi fa pensare che se arrivasse un camion, io mi ci schianterei contro e il mio bambino morirebbe. Me lo fa pensare così intensamente che quasi potevo vederlo, potevo sentire il rumore delle lamiere mentre si accartocciavano e potevo sentire urlare e piangere il mio bambino.... Accosto, sp

Non ti conosco....

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Mai avrei pensato che sarei arrivata al giorno in cui dovermi sforzare a farmeLa amica, eppure, volente o nolente, penso che sia arrivato il momento! Ma, facciamo un passo indietro! Come ho detto la Sua presenza nella Mia vita posso considerarla come una costante. Un arrivo che non definirei “ciclico” ma piuttosto “Random” della serie “Bubusettette…eccomi qui!” e puff…dal nulla me la ritrovo seduta sul letto che mi solletica i piedi, mi tira le coperte, mi fa venire i brividi soffiando e, fondamentalmente, turba le mie notti!  Il suo ego smisurato, però, negli anni, non si limitato a farle fare comparsate notturne (anche se deduco sia il suo momento preferito): a volte me la ritrovo accanto mentre guido andando a lavoro o seduta compiaciuta accanto a me sul divano mentre guardo un telefilm dopo aver fatto addormentare i bambini! In un paio di occasioni si è perfino spinta oltre pretendendo di tenermi compagnia al ristorante durante una serata tra amici…peccato che Lei nessuno l’a