Non ti conosco....


Mai avrei pensato che sarei arrivata al giorno in cui dovermi sforzare a farmeLa amica, eppure, volente o nolente, penso che sia arrivato il momento!
Ma, facciamo un passo indietro!
Come ho detto la Sua presenza nella Mia vita posso considerarla come una costante. Un arrivo che non definirei “ciclico” ma piuttosto “Random” della serie “Bubusettette…eccomi qui!” e puff…dal nulla me la ritrovo seduta sul letto che mi solletica i piedi, mi tira le coperte, mi fa venire i brividi soffiando e, fondamentalmente, turba le mie notti!  Il suo ego smisurato, però, negli anni, non si limitato a farle fare comparsate notturne (anche se deduco sia il suo momento preferito): a volte me la ritrovo accanto mentre guido andando a lavoro o seduta compiaciuta accanto a me sul divano mentre guardo un telefilm dopo aver fatto addormentare i bambini! In un paio di occasioni si è perfino spinta oltre pretendendo di tenermi compagnia al ristorante durante una serata tra amici…peccato che Lei nessuno l’avesse invitata! Quando diventa così invadente è insopportabile! Passi la sua presenza quando siamo sole ma, in mezzo agli altri, tutto si complica!
Negli anni la percezione di Lei è cambiata.
All’inizio l’atteggiamento che assumevo più spesso era senza dubbio l’indifferenza. Fingevo che non ci fosse, mi sforzavo e, anche quando inesorabilmente cadevo nella rete dei suoi sofisticati e subdoli tranelli, mi convincevo che non fosse una questione importante continuando ostinatamente a non considerarLa. Riusciva indubbiamente a spezzarmi ma, nella mia immatura testardaggine, non Le avrei mai dato la soddisfazione di sentirsi “protagonista” delle mie notti insonni, dei lungi momenti spesi a cercare di decelerare i battiti, delle sudate fredde e dei pianti silenziosi….ero convinta, un po’ come i bambini, che chi non ha nome non esiste! Lei non era ancora Ansia, Lei era qualcosa di intangibile, finto, etereo e ogni volta la vita mi offriva ottimi spunti per dare un nome differente al mio stato: nomi che non mi spaventavano come il suo, nomi che “la gente” non avrebbe giudicato come fanno con Lei, nomi semplici da gestire: la tachicardia era dovuta a Stanchezza, l’insonnia me l’aveva regalata Caldo e il pianto spesso era gentilmente offerto da Un-momento-così. Non so se fosse meglio o peggio di adesso ma so che trovare nomi a cui attribuire le Sue colpe era sempre più difficile e mi sarei presto resa conto che l’atteggiamento che avevo nei Suoi confronti doveva cambiare. 

Commenti

Post popolari in questo blog

Il Dott. L

il Dolce di Pasta Sfoglia che ognuno ha nella testa

Psicoterapia